La piccola pieve di Borgo San Felice, frazione arroccata sulla cima di un colle tra le splendide colline del Chianti, nel comune di Castelnuovo Berardenga, ha una storia antichissima, e un lungo periodo di abbandono nella storia recente.
I decori e gli intonaci della Pieve si presentavano prima dell’intervento in un discreto stato di conservazione, Il problema conservativo principale era causato dalla presenza di sollevamenti e caduta dell’intonaco di supporto nella parte superiore delle pareti, dovuto a precedenti infiltrazioni dalla copertura, presenti in maniera diffusa in più punti della pieve ed in maniera importante su una campata.
La stessa causa aveva portato al degrado di porzioni limitate dei decori della volta, anche in questo caso in maniera più importante nella IV campata, dove parte della decorazione era mancante.
La sagrestia era interessata allo stesso modo da lacune sulle decorazioni pittoriche della volta, dipinta con un colore blu molto intenso, e presentava lacune anche sulle pareti laterali, a differenza della pieve qui completamente decorate. In questo ultimo caso la causa del degrado non era da imputarsi alle infiltrazioni provenienti dalla copertura ma alla presenza di umidità di risalita sulle pareti laterali, con conseguente formazione di sali e distacco di parti dell’intonaco.
Una volta montati i trabattelli mobili all’interno della Pieve, sono state eseguite una serie di verifiche, in primo luogo la battitura delle aree di intonaco che presentavano distacchi con la muratura sottostante.
Ottenuta la mappa delle aree soggette a distacco, si è proceduto a scrostamento delle parti di intonaco degradate sulle pareti, operazione limitata alla parte superiore della campata IV, a piccole porzioni della I e all’intonaco di parte della muratura nella sagrestia.
Le porzioni di intonaco adiacenti le parti rimosse, previa effettuazione di salvabordo a base di malta di calce, sono state consolidate e lo stesso è stato effettuato per le piccole aree di distacco tra intonaco e muratura identificate durante la prima fase di mappatura. Per il consolidamento è stata utilizzata una malta a base di calce idraulica naturale a basso peso specifico, iniettata con siringhe in fori effettuati con trapano a mano e preventivamente lavati.
Le parti di intonaco rimosse, dopo accurato lavaggio della muratura sottostante, effettuato con acqua demineralizzata, sono state risarcite con intonaco a base di calce idraulica naturale in due strati, un primo, con inerte più grossolano, applicato direttamente alla muratura e un secondo con inerte fine.
Sono state chiuse con malta di calce ad inerte finissimo fessurazioni, fratture e piccole lacune, dopo di che, dopo aver atteso i corretti tempi per asciugatura delle malte, sono state stese velature con colori a calce.
Sulle volte è stato effettuato una generale fermatura delle scaglie di colore sollevate con resina acrilica in percentuale inferiore al 3%, applicata con pennelli e siringhe nelle sole aree interessate da degrado. I decori sono stati puliti con un tensioattivo, seguito da risciacquo con spugna.
Anche in questo caso lacune e fratture sono state risarcite con una malta a base di calce idraulica naturale e inerte fine, quindi ricostruite pittoricamente. Poichè le mancanze principali, anche in questo caso localizzate sulla IV campata, comportavano aree in cui veniva a mancare completamente il disegno, sono stati eseguiti spolveri dei decori presenti ed è stato effettuato il riporto con polvere di carboncino, operazione resa difficoltosa dal fatto che le volte non sono di egual misura e si è quindi reso necessario adattare il disegno alla nuova superficie. Il disegno è stato ricostruito con utilizzo di pigmenti naturali dispersi in latte di calce, mantenendo un leggero sotto tono nelle aree interamente ricostruite per permettere di leggere l’intervento effettuato e riconoscerne la differenza rispetto al disegno originario.
Nella sagrestia è stato parimenti effettuato un intervento di consolidamento sulle volte e la nuova intonacatura della parte di muratura degradata, in cui era stato precedentemente rimosso l’intonaco degradato. Al termine la decorazione pittorica è stata ripresa con utilizzo di pigmenti naturali in latte di calce.