BEYOND ART - una mostra curata da Lu-Xiang Wang e Zi-Kang Zhang e prodotta da Yue-Cheng Chen – ha messo in scena (Milano, Fondazione Stelline) un’esperienza sensoriale tra arte e design, scoprendo i rituali più antichi e segreti della cultura cinese.
Tre artisti contemporanei rievocano l’antica cultura di una Cina apparentemente lontana dalle immagini contemporanee, ma ancora presente nella società attuale, per fare dell’arte un piacere quotidiano. Lu-Sheng Pan e Fang Ye, rinomati nomi della cultura e del design cinese contemporaneo, portano in Italia quello che definiscono il ‘nuovo rinascimento cinese’: fondere la praticità moderna con quei gusti sofisticati e delicati della tradizione oggi apparentemente dimenticati. A loro si aggiunge Frederick Rickmann, artista a designer danese, che con le sue opere tessute riesce a fondere arte occidentale e antica tradizione manuale cinese.
PIU' CHE UN'ESPOSIZIONE, UN'ESPERIENZA
Più che il resoconto di un evento, le righe che seguono sono il racconto di una esperienza fisica e intellettuale tra antico e moderno, tra arte e design, nell’incontro tra oriente e occidente, che quanti erano presenti alla Fondazione Stelline, per l’inaugurazione di Beyond Art lo scorso 20 novembre 2014 ha potuto vivere in prima persona in un’atmosfera piena di fascino orientale ha suscitato commenti entusiastici.
Tra il profumo di incenso e fiori e il sapore di tè e vino cinese da cerimonia, dopo una breve ma incisiva presentazione dell’evento, l’inaugurazione della mostra ha preso il via con la firma di due grandi lanterne cinesi di fibra naturale intrecciata color panna da parte di tutti i presenti: artisti, autorità e ospiti, poiché tali si sono sentiti coloro che hanno partecipato.
Nella sala dedicata alla mostra, che si apre sul lato destro dell’ingresso principale, dopo il bookshop dove sono disponibili brochure illustrate della mostra, si susseguono 4 microcosmi, 4 piccoli allestimenti curati dagli artisti, dedicati ognuna a una cerimonia/filosofia dell’antica Cina, riletti in chiave contemporanea.
Saliti pochi gradini, all’ospite si presentano le prime due ‘stanze’, quella dedicata alla cerimonia dell’incenso sulla sinistra e quella ispirata all’arte della composizione floreale sulla destra, seguite in sequenza da altre due ‘stanze’ dedicate rispettivamente alla cerimonia del tè e alla reinterpretazione di un incontro di intellettuali cinesi con la degustazione di un vino raffinato che veniva offerto solo in queste occasioni.
All’inaugurazione, ognuno ha potuto assaporare l’esperienza di vivere in prima persona questi antichi rituali, come quella della profumatissima cerimonia dell’incenso.
Ogni visitatore, sotto la guida gentile ed esperta di giovani donne cinesi le cui parole e i cui gesti (sempre tradotte e spiegati da un interprete, perché l’esperienza fosse il più diretta e coinvolgente possibile) ha potuto sedersi ad un basso tavolino pentagonale (5 lati) e pre-disporre una miscela di incenso (una delle 5 disponibili, come 5 sono gli elementi - acqua, terra, fuoco, legno e metallo - della filosofia cinese a cui questo rito si rifà) entro un apposito cofanetto metallico componibile, per poi godere dell’aroma antico dell’incenso ‘acceso’.
Proprio davanti al tavolino per la cerimonia dell’incenso, ecco una seconda occasione di immergersi in un’atmosfera antichissima e piena di significati, quasi una lingua silenziosa, grazie a un allestimento tutto in bambù dedicato al variopinto rito della composizione floreale.
Anche in questo caso, una esperta dei questa arte raffinata ha introdotto praticamente chiunque abbia voluto ai principi di questa antichissima pratica con raffinata eleganza ma parole semplici, sempre accompagnate dal sorriso.
Proseguendo, si incontrano altre due ‘stanze’, quella dedicata alla notissima, ma in realtà poco conosciuta, cerimonia del tè e infine quella ispirata alla rievocazione di raffinati incontri tra intellettuali durante i quali si svolgeva un antico rituale legato ad un raffinato vino chiaro e liquoroso servito, solo in quelle occasioni, in ceramiche realizzate con una lavorazione molto rara e pregiata, detta ‘a goccia di pioggia’.
In occasione dell’inaugurazione, una gentile giovane donna cinese ha accolto i visitatori spiegando con quale maestria e tecnica siano stati realizzati i magnifici tessuti usati per l’allestimento e la rarità delle bellissime ceramiche nere, dalle quali i convenuti degli incontri tra intellettuali sorseggiavano il vino da cerimonia, anche questo degustabile, nella sua versione moderna, durante l’inaugurazione.
Per quel che riguarda il rito del tè, attraverso l’esibizione di oggetti, profumi e spiegazioni che possono far scoprire qualcosa di nuovo di una cerimonia antichissima, l’esposizione offre una visione nuova e più profonda di questo momento imprescindibile nella cultura della Cina classica.
In particolare durante l’inaugurazione è stato possibile rivivere ben due diverse cerimonie del tè: quella della dinastia Tang (618-907 d.C.) e quella della dinastia Song (960-1279d.C.), a testimonianza della ricchezza e della particolarità di questa antichissima tradizione.
Per chi era presente, e qui parlo in prima persona, è stata un’esperienza indimenticabile, da portare con sé oltre la serata e da consigliare sinceramente a quanti vogliono affacciarsi, anzi immergersi, in questo raffinatissimo e allo stesso tempo semplice modo di incontrare l’arte e il design cinese [come testimoniano le foto di seguito, per le quali ringraziamo il fotografo e la stampa cinese che hanno voluto inviarcele].
[Sarah Giuseppetti]
